Storia

1024px-S-andrea

 

La chiesa di Sant’Andrea è un edificio religioso che si innalza in contrà Sant’Andrea, a Padova. L’edificio è il risultato di una serie di notevoli trasformazioni di una chiesa del XII secolo. Conserva ancora il titolo di prepositura.

La chiesa compare già in alcuni documenti del XII secolo, ma l’area su cui sorge, ricca di reperti archeologici, potrebbe ricollegarla ad un’origine altomedievale. Nel 1178 è definita parrocchiale. L’edificio a una sola nave, con facciata rivolta a ponente, nel XV secolo era dotato di cinque altari e di cimitero. Nel 1614 la chiesa cambiò orientamento, la facciata fu aperta sulla primitiva fiancata e il presbiterio fu posto a settentrione. Con i decreti ecclesiastici napoleonici vi confluì, verso il 1810 la parrocchia di San Martino e la parrocchia di San Matteo e con esse i beni artistici delle chiese. Nel 1875, sotto il preposito Andrea Sacchetto, la chiesa fu suddivisa in tre navate e decorata secondo il particolare gusto dell’epoca. Con i lavori, che si conclusero nel 1884, si dispersero molte opere già presenti nella chiesa. Alcuni restauri si attuarono negli anni ’20 del Novecento, quando si costruì anche il nuovo campanile. La chiesa fu riconsacrata il 17 ottobre 1941.
Nella chiesa è sepolto Domenico Lazzarini esimio letterato (morto nel 1743), il nobile Giovanni Cavaccio pure letterato, ed Alessandro Carriero, già prevosto di Sant’Andrea, storico e giureconsulto del XVI secolo.
La chiesa era sede della fraglia dei pescivendoli dove avevano la possibilità di fruire di un sepolcreto comune.
Arrigo Boito fu battezzato nella chiesa il 19 marzo 1842.
La chiesa è prepositurale, parrocchiale appartenente al vicariato della cattedrale. Vi dipende l’oratorio di Santa Maria “della Stua” di palazzo Cittadella.
L’edificio è stato danneggiato dal sisma del 3 giugno 2012 ed è tuttora chiuso ai fedeli[1].
Alle porte della chiesa, su un piccolo sagrato si innalzava il monumento della “gatta”, abbattuto il 23 settembre 2013 da un mezzo di trasporto in manovra.